Le parole che scegliamo ogni giorno: inclusività nella vita e sul lavoro

Le parole che scegliamo ogni giorno: inclusività nella vita e sul lavoro

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Il linguaggio che utilizziamo quotidianamente ha un impatto significativo, spesso sottovalutato. Ogni parola che scegliamo - in una riunione, in un’e-mail o in una conversazione - può favorire un ambiente di rispetto o generare incomprensioni e divisioni. Le parole, infatti, non solo plasmano la realtà, ma orientano i nostri comportamenti e le dinamiche interpersonali.

Uno degli aspetti più importanti è riconoscere come la nostra lingua, spesso inconsapevolmente, favorisca stereotipi di genere e disuguaglianze, che riguardano tanto gli uomini quanto le donne. Adottare un linguaggio inclusivo significa scegliere le parole con cura e con attenzione, affinché ogni persona si senta rispettata, ascoltata e valorizzata e questo ha un impatto positivo in ogni ambito della nostra vita: professionale, personale e sociale.

Come adottare un linguaggio inclusivo?

L’adozione di un linguaggio inclusivo non richiede cambiamenti drastici, ma una maggiore consapevolezza nei piccoli gesti quotidiani. Il linguaggio è una grande opportunità da cogliere per veicolare un cambiamento culturale. Ecco quindi alcuni suggerimenti pratici per decostruire questi schemi e promuovere una comunicazione più rispettosa e inclusiva:

Scegliere espressioni neutre oppure utilizzare entrambi i generi: la nostra lingua è ricca di espressioni che tendono a privilegiare il maschile come norma, spesso escludendo implicitamente le donne. Ad esempio, invece di “colleghi” per rivolgersi a un gruppo misto, optare per “team”, “colleghi e colleghe” o “tutte e tutti”. Durante un evento, invece di dire “benvenuti a tutti”, si può dire “vi do il benvenuto”, e anziché “si invitano i relatori...”, è preferibile dire “si invitano i relatori e le relatrici...”.

Attenzione agli appellativi professionali: spesso, nella comunicazione professionale, si tende a usare il maschile per ruoli di prestigio o leadership, mentre il femminile è associato a ruoli di supporto. Riconoscere e rispettare le declinazioni professionali è un gesto importante. Ad esempio, dire “ingegnera”, “avvocata”, “architetta”, “la consulente” per una donna.

Evitare l’uso dell’articolo con i cognomi di donne: spesso, si utilizza l’articolo determinativo (la) davanti al cognome per riferirsi a una donna, mentre per un uomo l'articolo è assente, creando così un trattamento linguistico differenziato tra i generi

Eliminare stereotipi impliciti nelle descrizioni: prestare attenzione al linguaggio che utilizziamo per descrivere comportamenti o qualità. Ad esempio, frasi come “è troppo emotiva” per una donna o “è troppo diretto” per un uomo rinforzano stereotipi culturali. Optare per descrizioni neutre e specifiche, come “offre una prospettiva sensibile” o “è molto deciso nel presentare le sue idee”.

Ogni parola conta: scegliamo con consapevolezza

Le parole che usiamo, sia in ambito lavorativo che personale, hanno un peso significativo. Possono escludere, ferire o, al contrario, includere e costruire. Adottare un linguaggio inclusivo non è solo una scelta etica, ma un passo fondamentale per creare un ambiente più armonioso e produttivo.

Con piccoli cambiamenti nelle nostre abitudini comunicative, possiamo fare la differenza. Ogni conversazione è un'opportunità per costruire un futuro più rispettoso, dove ogni persona possa sentirsi valorizzata.

Se desideri approfondire l’argomento, puoi trovare di seguito alcuni materiali che offrono spunti e riflessioni ulteriori sul ruolo del linguaggio inclusivo a favore della parità di genere: 
Comunicazione inclusiva: linee guida per la parità di genere nel linguaggio
Quel genere di parole: una guida pratica per comunicare senza escludere

Valentina Magi

Valentina Magi

Direttrice Marketing,Ricoh Italia

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